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venerdì 15 ottobre 2021

Viaggiare in Aspromonte

L’auto percorre la strada che corre nel bosco di faggi secolari e maestosi abeti, in Aspromonte.

Lo sguardo svela un sottobosco innocente, silenzioso, pulito. Al lato della strada il solito incosciente viaggiatore ha lanciato l’ennesimo sacchetto di rifiuti. Ma il sotto bosco è perfetto con i suoi cespugli di pungitopo, i primi timidi ciclamini ad annunciare il prossimo autunno, il muschio soffice e profumato su massi e radici.

E’ questa la Calabria che preferisco, quieta, generosa, immacolata.

In qualche punto tenaci ginestrine tengono a freno gli sterrati d’arenaria. Oggi non hanno fiori, solo piccoli bagellini, ma l’immaginazione aiuta a ricordare la bellezza della fioritura.

“Che dici, facciamo un salto al lago?”

Acconsento perché non ho avuto ancora l’occasione di vedere questa ingegnosa opera che l’uomo ha realizzato, spostando letteralmente una grande collina.  

Ad un bivio scegliamo una strada e ci troviamo immersi tra grandi cespugli di more, alcune già mature. Lo spettacolo è grandioso. Metri e metri di cespugli che costeggiano e abbelliscono i lati di una strada di servizio. Grappoli di frutti dal rosso, al viola, al nero fanno bella mostra di sé tra piccoli fiori bianchi. Ci fermiamo per raccogliere ed assaggiare la dolcezza di quel ben di Dio. Una vera manna per animali ed uomini. Nel silenzio solo il ronzio delle api al lavoro. Chissà cosa avranno provato i nostri antenati raccoglitori davanti a tanta abbondanza. La natura nutriva e accompagnava con la sua benevolenza il cammino di quelle prime genti approdate in Calabria. Riempiamo di more mature un paio di piccoli contenitori di fortuna e riprendiamo il viaggio verso la nostra meta.

Il livello del lago è basso. Sono mancate le piogge in quest’agosto infuocato. Nonostante tutto la natura intorno è rigogliosa ed i boschi che fanno corona al lago sono verdeggianti. Due motociclette rompono la tranquillità del luogo. Per fortuna sono solo di passaggio e noi possiamo continuare ad ammirare il paesaggio e un gregge di pecore che pascolano in lontananza.




Decidiamo di riprendere la nostra gita e dopo un gustoso pranzo in una locanda lungo la strada, percorriamo la statale che conduce a Caulonia. Percorsi alcuni chilometri incontriamo qualche albero, felci e cespugli che hanno subito l’assalto del fuoco. Agosto è stato senza pietà e ha distrutto buona parte dell’Aspromonte. Eravamo a conoscenza di ciò ma vedere con i propri occhi tanta desolazione è un trauma. Colline e colline devastate dal fuoco amico, perché sicuramente l’essere umano ha dato il suo contributo. La devastazione è totale e sono andati in fumo pinete, faggete e macchia mediterranea. Ci fermiamo per cogliere ogni dettaglio e per rendere omaggio alla natura devastata e sfigurata senza pietà.

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