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domenica 6 settembre 2020

Sara 4

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Vennero, poi, di moda i film, che avevano come protagonisti i cantanti di musica leggera: i Musicarelli.
Sara aveva una passione per Gianni M. Aveva raccolto tutte le immagini possibili, ritagliate dai giornali sui quali riusciva a mettere le mani, e incollate su un quadernone. Sara adorava anche Laura, sua fidanzata e poi moglie. Era il 1965, la prima volta che l’aveva vista recitare in David Copperfield. Impersonava la dolce e delicata Dora Spenlow. Quella giovane coppia innamorata alimentava il suo romanticismo. Credeva di aspettare il principe azzurro, quello che aveva conosciuto nelle fiabe. Di li a poco, invece, si smarrì negli occhi verdi di un ragazzino che si era avvicinato a lei quasi di soppiatto. Era così timida Sara che era arrossita sotto quello sguardo intenso. Iniziò così il suo viaggio nei meandri dell’amore… quasi un viaggio nel tempo
un percorso nell’immensità
di qualcosa sconosciuto,
in cui non perdersi.
E’ un luogo, l'adolescenza,
abitato da bellezza
sentimenti
complessità
un labirinto dove muoversi
senza filo o come
acqua lungo gli argini.
Un viaggio tra maree di
luci
ombre
d’un passato generazionale che
scorre nelle vene,
ne è l'ossatura.
E quando tornano
chissà se
i ricordi raccontano
verità certe
intrecci nuovi
d'un vissuto frammentato o
solo smarrito?
Andava incontro al suo prossimo, Sara, con dolcezza. Tra dubbi, incertezze, paure. Unico sostegno: il pensiero che lui era sempre là.



Immagine da internet

Sara 3

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Il mare è nel DNA di Sara. In ogni stagione, con la famiglia, si recava a passeggiare sul lungomare. In estate le piaceva raggiungere l'altalena immersa nell'acqua a qualche metro da riva. Sara gioiva sentendosi avvolgere dagli schizzi ogni volta che il seggiolino toccava le onde. Il più delle volte, però, soggiornava dai nonni che avevano in concessione una zona al mare. Con il ‘moscone’, insieme alla zia coetanea raggiungeva i trampolini al largo, ma senza tuffarsi perché non aveva mai imparato a nuotare. Erano estati piene di divertimento e di incontri. Alle scuole medie aveva imparato un po’ di inglese e in spiaggia poteva approfondire la conoscenza di quella lingua dialogando con i turisti inglesi. Dietro le cabine i suoi nonni facevano le "sabbiature" ai bagnanti, a mezzogiorno, quando la sabbia era bollente. Suo zio, dalla riva, osservava il mare e salvava le persone in difficoltà con il mare grosso.
Ogni mattina Sara raggiungeva il bar per comperare i bomboloni caldi pieni di crema profumata. Per poi aspettare tre ore prima di poter fare l'agognato bagno, sotto lo sguardo attento del nonno.
Sara amava camminare a pochi passi dalla riva con la bassa marea e osservare il guizzar di minuscoli pesci argentati. Quanta gioia provava a sfidare i cavalloni nel mare mosso.
Poi il ritorno a casa sua. Perché sapeva che lui era sempre là.



Sara 2

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In terza elementare Sara si stava preparando per la prima Comunione. Frequentava il catechismo con le suore della parrocchia di San Giovanni. Amava partecipare a quegli incontri per due motivi: il carisma di suor Anna, missionaria tornata dall’America Latina, e la cioccolata calda. A distanza di anni ricordava ancora perfettamente il profumo e l’intenso aroma che si sprigionava dalla tazza fumante, che le suore preparavano nelle occasioni speciali. Ogni cosa, in quella domenica, era un richiamo al bianco: bianco il suo vestito di pizzo, bianca la candela che teneva in mano, bianchi i gigli che adornavano l’altare, bianco il tulle della cuffietta indossata da qualche compagna. Di una cosa, però, non si rese conto Sara, della bellezza del quadro della Madonna con santi carmelitani realizzato per quella chiesa da Guido Cagnacci intorno al 1630. Lo scoprì e ammirò molto più tardi in compagnia della figlia.
A otto anni solo di una cosa era sicura, che lui era sempre là.




Foto da Internet: ponte_tiberio_1_800x600.1133440732


Sara

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Aveva sempre pensato di essere nata di domenica, in una meravigliosa giornata estiva. Invece non era stato così. Sara era nata un martedì di luglio alle 2,30, dopo un travaglio durato giorni. Il medico stava per dimettere la madre, quando finalmente giunse il momento tanto atteso. Con perizia fu l'ostetrica ad aiutare la bambina a nascere. La madre di Sara, dopo il parto fu riportata in camera e qui le misero la bambina tra le braccia. Non era molto carina Sara, aveva la pelle grinzosa e arrossata. Essendo ancora notte fonda il marito e la cognata si addormentarono nel secondo letto che c’era in camera.
Dopo qualche giorno, furono dimesse e Sara e la madre furono ospitate della nonna per una decina giorni, così da impedire ogni tipo di strapazzo. Furono mesi di continui trasferimenti, in case di parenti materni, finché la famiglia si trasferì nella cittadina vicina. In questa nuova casa presa in affitto Sara non aveva il permesso di giocare sul terrazzino, né sua madre poteva stendere la biancheria per non rovinare “le roselline” rampicanti della padrona di casa.
Sara non lo sapeva ancora, ma lui era già là.