Si aspettava la pioggia.
Le nuvole sfilacciate,
a grumi, stagnanti.
C’è aria d’autunno.
Lacrime dal cielo
non sgorgano.
Il bosco attende.
Intorno, la luce rosata
si spegne lentamente.
Si aspettava la pioggia.
Le nuvole sfilacciate,
a grumi, stagnanti.
C’è aria d’autunno.
Lacrime dal cielo
non sgorgano.
Il bosco attende.
Intorno, la luce rosata
si spegne lentamente.
Nomi sulle lapidi.
Mai conosciuti davvero.
Solo ricordi tramandati,
e il desiderio di saperne di più.
Quali i loro sogni, desideri,
amori in quei tempi
tanto lontani?
Arnosto
Io, piedi scalzi sulla rena,
ad una lontana finestra
affacciata in perenne attesa.
Un soffio di vento gelido
restituisce le mie mani nude
agli inverni lunghi e solitari.
Mai carezza con amore donata.
Mi ritraggo. Eppure…
Eppure, in questo silenzio
la candida neve decora il monte,
l’acqua del ruscello disseta
i camosci e non solo.
L’onda lieve torna sulle mie
orme antiche; il vento,
tra le spighe acerbe,
vola in un susseguirsi d’onde.
Rinasce la vita dopo l’incendio
stillando dal suo seno tenerezza?
Dal balcone ecco la tua voce
giungere da lontano,
dal tempo lungo di giovinezza.
Colmo il cuore d’amore, di gioia.
Trovasti con chi condividere
il tuo essere due in uno.
Sperimentasti l’amore vero,
il dolore che sempre rincorre,
mai richiesto.
Su di te indugia il mio pensiero.
Guarda!
Dall’azalea esce un pettirosso.
Galoppa, mia fantasia,
fluttua la criniera al vento,
lascia tracce sulla sabbia,
parole che raccontano di me
bambina, ora perduta.
Solchi profondi e macchie
e capelli bianchi, eppure…
desideri e sogni da sfogliare
cerco ancora. Oh! Volare
come un uccello, spezzare
il laccio della quotidianità,
lasciare scivolare i giorni
come pesci guizzanti.