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lunedì 11 maggio 2020

Mano di donna



L’inizio, un condominio vuoto
silenzio, solitudine, paura.
Dalla finestra la roccia imponente,
il bosco muto, il camposanto.
Orizzonte impraticabile,
albe e tramonti negati.
Stagioni dalla forza prepotente.
Quel parcheggio infelice segna
una svolta, con una multa
contestata senza remissione.
Una nuova casa, tra altre serrate,
nessuna voce, strade deserte
e nuove paure. Malinconia,
spaesamento, nostalgia.
Un saluto donato senza essere
ricambiato. Sguardi 
sospettosi o assenti
di chi in questo luogo è nato.
Un paese dormitorio in principio.
Poi, il cambiamento, rifiorisce
armoniosamente per scelta
d’un nuovo governo e
operosa mano di donna.



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