Come ti
agitavi, vento,
tra i rami
di fico del nonno,
e l’ulivo del padre!
Oggi il
tuo fruscio,
come un sospiro
leggero,
avanza
libero.
Nello spazio vuoto.
Se ne sono
andati,
uno dopo
l’altro, lasciando
terra
smossa, legna da ardere,
assenze e
silenzi abitati.
Sapienza
antica e mani
operose
tacciono là,
tra mare e
collina.
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