Io, piedi scalzi sulla rena,
ad una lontana finestra
affacciata in perenne attesa.
Un soffio di vento gelido
restituisce le mie mani nude
agli inverni lunghi e solitari.
Mai carezza con amore donata.
Mi ritraggo. Eppure…
Eppure, in questo silenzio
la candida neve decora il monte,
l’acqua del ruscello disseta
i camosci e non solo.
L’onda lieve torna sulle mie
orme antiche; il vento,
tra le spighe acerbe,
vola in un susseguirsi d’onde.
Rinasce la vita dopo l’incendio
stillando dal suo seno tenerezza?
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